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Che cos’è il finger food?

Letteralmente, l’espressione “finger food” può essere tradotta come “cibo a portata delle dita” o, in una parola, stuzzichino pronto da gustare. Facile da preparare, il finger food può accompagnare un aperitivo o essere servito come antipasto, colorare un buffet o ancora costituire un allettante assaggio per attrarre verso portate più sostanziose, regalando ai commensali tavolate variopinte e gradevoli anche per il loro impatto estetico


Ma dove hanno preso origine questi sfiziosi bocconcini? Quando sono stati ideati e come hanno preso piede?

Qualche risposta. Nella Francia del XVIII secolo si usava preparare del pane fritto o tostato, tagliato a fette sottili che venivano poi guarnite: si chiamavano canapés, termine che si è poi applicato anche a diverse realizzazioni di piccola taglia, accomunate dal fatto di poter essere mangiate nel disimpegno. 


Un salto in avanti nel tempo, ed eccoci negli anni ’20 e ’30 del Novecento, nell’America proibizionista: nelle sale da bar dove ancora si vendevano alcolici, un piccolo (in tutti i sensi) trucchetto permetteva di diminuire gli episodi di ubriacature moleste, riempiendo almeno un po’ gli stomaci degli avventori prima che le bevande li raggiungessero. Nei cosiddetti “speakeasies”, salottini da bar nascosti in case private, si offrivano agli ospiti tartine e panini mignon, irrifiutabili prelibatezze nate per essere consumate insieme ai drink ed essere compatibili con la socializzazione.


Un altro jump-cut per raggiungere il 2002: nel febbraio di quest’anno, all’Expo-Gast di Salisburgo, ai cuochi dei Paesi partecipanti viene chiesto di predisporre delle ricette d’inizio pasto che si potessero mangiare con le dita. Presto detto, presto fatto: la richiesta fu esaudita e il termine “finger food” fu usato per la prima volta per indicare questi petites bouches!


Un consiglio dello chef

All’interno del nostro canale potrete trovare numerose videoricette eseguite dal nostro chef Fabio Tacchella, che vi proporrà come realizzare il vostro personale finger food (ad esempio, a partire da fragranti cialde colorate!), anche utilizzando i comodi e artigianali Eatools.


Per concludere, il successo del “cibo in punta di dita” è dato da molti fattori, dalla versatilità alla possibilità di dedicarsi alla conversazione nel corso della degustazione, dal piacere d’inventare da un lato e dell’essere sorpresi dall’altro: ora tocca a voi cimentarvi nel creare i vostri finger food!